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La requisitoria del Pm Greco / 1

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Del resto la logica che ha guidato la finanza in questi anni e sta portando il mondo alla rovina è questa carta, con la triste conseguenza che, come al solito, i conti, come in questo processo, li pagheranno i cittadini, i risparmiatori, non certo gli ex padroni dell'universo, come li ha definiti Wolf; ché orami i loro guadagni, come è evidente in questo processo, li hanno occultati in paradisi fiscali, dal Liechtenstein alle Bahamas.
E i cittadini non avranno nemmeno la soddisfazione di vedere accertata la responsabilità di chi per anni ha prodotto carta in cambio di swap option e grandi guadagni. Ma saranno chiamati a pagare il conto di questa storia. Perché dove pensate che il Governo americano tirerà fuori 700 miliardi di dollari che ha previsto, così come lo stanno prevedendo i Governi europei? Dalle tasche dei cittadini, dalle tasche di quei risparmiatori che già sono stati truffati diverse volte anche in Italia e che continueranno ad essere truffati. E la cosa che più impressiona in questa storia è che si parla di soldi, ma non di regole.
Non si creano i presupposti per impedire che per il futuro le banche continuino a fare quello che hanno fatto fino ad adesso. Ma io mi chiedo: che ci vuole a vietare le operazioni con i veicoli speciali? Basta tassarle del 100%! Le regole nel diritto societario sono la programmazione di come deve essere l'economia, in questo caso la finanza, per i prossimi 50 anni. Questo è stato sempre il diritto societario moderno. Qui di regole non se ne parla, si parla solo di far tirare fuori i soldi ai cittadini.
Abbiamo compreso sin dall'inizio, la Procura di Parma e la Procura di Milano...Io ci tengo a parlare di Parma, e faccio un breve inciso, perché i colleghi di Parma si sono trovati di fronte a una cosa enorme. Abbiamo avuto difficoltà noi a gestire questo processo, immaginatevi un piccolo Tribunale come quello di Parma. Hanno fatto un lavoro incredibile, stanno lavorando da anni mattina, pomeriggio e sera, non so quanti filoni hanno aperto, hanno prodotto atti importantissimi e ci hanno sempre aiutato, sono stati bravissimi. Ebbene, la Procura di Parma e la Procura di Milano hanno capito da subito che il cuore della vicenda Parmalat era il perverso rapporto tra il gruppo e la finanza.
Del resto, anche degli ignoranti Pm, spesso dileggiati da professori esperti consulenti, non potevano non vedere quello che a quanto pare le banche dicono di avere ignorato: un gruppo che produceva latte, che dà margini di reddito molto bassi e che faceva finanza per dieci volte il suo valore industriale, con il non marginale corollario che tale virtuale e profittevole gestione produceva sempre...utili - per Tanzi e per le banche che lo finanziavano attraverso la Coloniale - ed enormi e sempre misteriose disponibilità liquide, nonostante una dissennata politica di acquisizione di asset industriali spesso avariati che le banche rifilavano perché indebitati già da tempo con loro stesse. Viva il conflitto di interessi!
Insomma, una cosa semplicemente contro natura, atteso che poi la Parmalat non aveva i soldi nemmeno...per pagare i mungitori di vacche e doveva fare cassa, come abbiamo detto, attraverso operazioni palesemente fittizie e truffaldine. E questo era, per le banche, il segreto di pulcinella.
Tutto questo è stato anche reso possibile...da un'informazione al mercato costantemente e quotidianamente falsa, supportata da simulazioni contabili e altri artifici. Ma tale informazione non sarebbe stata sufficiente se non fosse stata coordinata, aiutata e decisa unitamente con le banche che lavoravano con il gruppo. La grande frode non sarebbe stata assolutamente possibile senza questo lavoro di squadra e senza le coperture istituzionali di cui parla Tanzi, il famoso scudo stellare. Del resto le banche avevano tutto l'interesse a frodare il mercato, in quanto questa non rischiosa attività era estremamente lucrosa - e lo vedremo - e come nel caso di BofA permetteva altresì la costituzione di ingenti disponibilità extra-contabili, mentre il rischio era minimo e calcolato. Si pensi che, negli ultimi anni prima del default, la Parmalat ha concluso in media ogni mese un'operazione di debito di importo pari o superiore a 100 milioni di euro, sopportando costi elevatissimi per commissioni ed interessi quantificati dal nostro consulente tencico e dallo stesso Bondi in circa 5 miliardi e 100 milioni di euro. L'indebitamento, ben conosciuto dalle banche - almeno questo - è così passato da poco più di 100 milioni del '90, ai 14 miliardi di euro del 2003.
Lo abbiamo sentito anche in quest'aula che le banche hanno avuto il coraggio di affermare che non era nel loro interesse frodare il mercato perché altrimenti ci avrebbero rimesso nei rapporti con i loro clienti, con gli investitori istituzionali. Questa è un'altra irritante e incredibile favoletta. Abbiamo letto come sono finiti gli scandali del 2001 con la condanna delle banche e le transazioni - parlo della Enron e della Worldcom - e cosa raccontano oggi le banche quando il Governo americano è costretto a stanziare 700 miliardi per ripulire il mondo dalle schifezze e dai tarocchi che hanno messo in giro! Ché solo con la Parmalat si sono comportate correttamente?
E spesso, proprio per mascherare questa realtà, nota ed inquietante, di dissesto finanziario occultato, molte operazioni strutturate sono state poste in essere per ottimizzare la contabilizzazione del debito ed offrire prodotti che ambiguamente si [prestassero] ad essere contabilizzati nelle poste di patrimonio netto, se non solo nei conti d'ordine - e spesso manco [in] quelli -, evitando di far trapelare al mercato il grado di indebitamento del gruppo, consentendo così di far rispettare artificialmente i covenants, nonché spesso di frodare il fisco.
  CONTINUA ...»

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